Museo/Monumento

Chiesa Matrice di San Nicolò- Santissimo Salvatore

Descrizione
San Nicolò , chiesa madre di Militello, intitolata dal 1788 anche al SS. Salvatore, venne ricostruita più a nord della vecchia chiesa (S. Nicolò il “Vecchio”) distrutta dal terremoto del 1693. Iniziata nel 1721, dopo vent’anni (con le fabbriche di tre navate giunte ad una profondità di quattro arcate) era già aperta al culto. La pianta è basilicale a tre navate separate da pilastri, e non da colonne, per una maggiore resistenza al sisma. Il prospetto presenta una tripartizione scandita dall’intelaiatura di pilastri a specchio incassato d’ordine composito. Il portale è a coppie di colonne; le porte laterali con trabeazione retta. Infine oculi riccamente orlati di scartocci ricordano quelli seicenteschi di San Benedetto. Il celebre architetto catanese Francesco Battaglia è l’autore del secondo ordine della facciata (1755-1765), che possiede agili volute e obelischi sugli assi delle paraste, coronata da un alto fastigio con scudo ovale per i simboli nicolini: risultato di uno sforzo teso ad innalzare al massimo un prospetto che poteva essere visto solo di lato e dal basso. Anche il campanile (1765-1776) è opera del Battaglia, che lo affiancò alla chiesa, sovrapponendo ad un primo ordine semplificato una cella campanaria chiusa da una cuspide a bulbo a base ottagonale, che domina la piazza e la città. La lezione stilistica di Battaglia è evidente nella realizzazione degli arredi della Matrice: l’antico altare maggiore ligneo, ora posto nel transetto destro; la paraventa lignea dell’ingresso; l’altare del Sacro Cuore; gli stucchi delle volte e delle arcate. Tra gli altari provenienti da S. Nicolò il “Vecchio”, quello dedicato a Maria SS. Dei Sette Dolori, il quarto della navata destra, si segnala per la composizione di elementi in cui le colonne, ricche di decorazioni che continuano anche sui piedistalli, e il sovrastante timpano spezzato richiamano le forme del portale d’ingresso. Nella parete destra del transetto la macchina lignea dell’altare maggiore della vecchia Chiesa Madre mostra la pala, Predica di San Nicolò, del 1761, del palermitano Vito D’Anna, considerato “il caposcuola dei decoratori siciliani della seconda metà del XVIII secolo”. Gli affreschi della volta e dell’abside furono eseguiti dal pittore militellese Giuseppe Barone, attivo in molti centri della Sicilia orientale tra gli anni ’20 e ’50 dello scorso secolo. Sopra la crociera, nel 1904, si innalzò la cupola in cemento armato, la prima del genere in provincia di Catania, progettata dal militellese Salvatore Sortino. Ai primi del XX secolo risalgono, anche, le sculture dei Quattro Evangelisti, posti alla base della crociera, opera di Giuseppe D’Arrigo. La parete sinistra del transetto accoglie l’altare di San Nicolò, con la statua di San Nicolò in cattedra, del 1621, di Giovan Battista Baldanza senior, dove la modulazione dei piani e la sapienza cromatica spiccano, a caratterizzare la fortunata formula di quest’artista che dosa abilmente un decorativismo ancora tardo-manierista con un pacato naturalismo espressivo. Nel transetto destro, una cappella custodisce la statua lignea del SS. Salvatore (1830-1832) di Gerolamo Bagnasco, incorniciata da un fercolo, “bara”, del 1842 di Corrado Leone, che viene svelata dal 17 al 25 agosto. Le porte bronzee dell’artista Mario Lucerna furono inaugurate nel 1970.
Indirizzo

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